E' una struttura residenziale a carattere comunitario che accoglie bambini, ragazzi, adolescenti con un situazione familiare pregiudizievole per la loro crescita, adolescenti con provvedimenti giudiziari, minori stranieri non accompagnati. Si caratterizza per la dimensione familiare delle relazioni educative e dell'ambiente, per la ricettività contenuta, per la predisposizione per ciascun ospite di un Progetto Personalizzato (PEI) con l'obiettivo del rientro nel proprio nucleo familiare o della realizzazione di un progetto di affido o, ancora, del raggiungimento di un adeguato livello di autonomia.

E' una struttura residenziale a carattere comunitario, di tutela sociale e sostegno alla genitorialità che accoglie gestanti, anche minorenni, e nuclei mono-genitoriali con figli minori, che si trovano in situazione di difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali, eventualmente a seguito di un provvedimento del Tribunale per i Minori, e in situazioni di fragilità e/o disagio.

E' una struttura la cui finalità è accogliere minori e/o persone (ad esempio nuclei madre-bambino) che vivono un disagio socio-psico-educativo, per le quali si richiede un allontanamento, anche temporaneo, dalla famiglia e dal luogo d'origine. Si tratta di comunità a dimensione familiare, aperte tutte l'anno e H24, che garantiscono vitto, alloggio e tutte le prestazioni connesse alla crescita del minore, alla sua educazione e istruzione, e quando rivolte a gestanti e madri con bambino, anche sostegno alla funzione genitoriale.

La comunità per minori (residenziale) è volta a fornire un ambiente stimolante e adeguato al percorso di crescita psico-fisico del minore. Ha una funzione di prevenzione del disagio sociale. E' rivolta a quei minori che si trovano in situazioni di difficoltà e che necessitano di un sostegno educativo e di un ambiente stimolante ed adeguato al loro percorso di crescita.

Serve ad accogliere nuclei di madri con bambini e/o gestanti che vivono una situazione di fragilità e vulnerabilità. La comunità offre sostegno per lo sviluppo di adeguate funzioni genitoriali.

Tutti possono segnalare situazioni di pregiudizio di minorenni, tuttavia la Legge 216/1991 (art. 1, comma 2°) attribuisce questo potere a quattro soggetti che hanno compiti di tutela e protezione dei minori: servizi sociali, enti locali, istituzioni scolastiche, autorità di pubblica sicurezza. L'art. 403 del Codice Civile recita: „quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o è allevato in locali insalubri o pericolosi, oppure da persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere all'educazione di lui, la Pubblica Autorità, a mezzo degli organi di protezione dell'infanzia, lo colloca in luogo sicuro, sino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione“.

Il Tribunale per i Minori può incaricare i servizi di collaborare per l'allontanamento del minore e per la nuova collocazione in affido o in comunità. Di norma sono i Servizi Sociali ad individuare la struttura più idonea ai bisogni del minore.

L'inserimento di un minore in comunità puà avvenire con modalità differenti a seconda che sia presente o meno il consenso dei genitori o di chi ne esercita i poteri connessi alla responsabilità genitoriale. In caso di consenso può essere disposto dal Servizio Sociale, in mancanza di consenso è invece necssario un provvedimento del Tribunale per i Minorenni. L'inserimento può, anche, essere disposto con un provvedimento avente natura amministrativa, ex art. 403 del Codice Civile. In questo caso la pubblica autorità (organi di polizia e servizi sociali) possono adottare provvedimenti di urgenza volti a collocare il minore in un luogo sicuro, ovvero la comunità, considerata la presenza di imminente e grave pericolo. Un altro percorso che può condurre un minorenne in comunità, riguarda quei ragazzi che hanno messo in atto condotte penalmente rilevanti. Può avvenire relativamente all'applicazione di una misura cautelare o in forza dell'aggravamento della diversa misura cautelare della permanenza in casa a seguito di gravi e ripetute violazioni. L'ingresso in comunità di un minore, entrato nel circuito penale, può avvenire anche a seguito dell'adesione di un progetto di messa alla prova.

Quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o è allevato in locali insalubri o pericolosi, oppure da persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere all'educazione di lui, la Pubblica Autorità, a mezzo degli organi di protezione dell' infanzia, lo colloca in luogo sicuro, sino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione. Il Tribunale per i Minori può incaricare i Servizi di collaborare per l'allontanamento del minore e per la sua nuova collocazione (in affido o in comunità). Di norma sono i Servizi Sociali ad individuare la collocazione più idonea per il minore.

L.R. 23/2005 art. 38-42, Decreto Presidente Regione (DPR) n. 4/2008 art.7-12, DM Sanità 5 Luglio 1975 e ssmmii, Linee guida per le Strutture Sociali (Luglio 2018) emanate dalla Regione Sardegna e approvate con Deliberazione n. 53/7 del 29.10.2018.

È il Piano Educativo Individualizzato che la comunità predispone in accordo con il ragazzo ospite e il Servizio Sociale Inviante. L'equipe multidisciplinare della comunità (costituita da educatori, psicologo e assistente sociale) è tenuta alla redazione del P.E.I. secondo le indicazioni delle LINEE GUIDA PER LE STRUTTURE SOCIALI date dalla Regione Sardegna a Luglio 2018 e approvate con Deliberazione n. 53/7 del 29.10.2018.

L'obiettivo è quello di monitorare costantemente l'evoluzione affettiva, emotiva, cognitiva del minore accolto. Indica la valutazione del bisogno di ogni utente. Il P.E.I. contiene i MACRO obiettivi che si intende raggiungere ttraverso l'accoglienza comunitaria del minore e che possono riguardare: percorso scolastico, di formazione professionale, inserimento lavorativo e inclusione sociale, percorso di sostegno psicologico, valutazione neuro-psichiatrica infantile, percorso sportivo, di ricostruzione die legami familiari,...

Non è uno strumento rigido, ma in continua evoluzione modulabile in funzione delle necessità ed esigenze del minore accolto.

L'equipe multidisciplinare della comunità predispone, in accordo con il Servizio Sociale Inviante e con il genitore (madre), il Piano Personalizzato Integrato del nucleo accolto. Il Piano comprende gli obiettivi che si intende raggiungere durante il periodo di accoglienza e che riguardano non solo la madre e il sostegno alla funzione genitoriale, ma anche i figli minori. Gli obiettivi riguardano la crescita del ruolo genitoriale e l'evoluzione affettia, emotiva e cognitiva dei bambini. E' uno strumento dinamico, che viene integrato ed eventualmente ri-progettato in base alle esigenze e necessità del nucleo.

Fornisce una descrizione die servizi offerti e rende evidenti i principi su cui si fonda l'agire professionale. In applicazione alla Legge 328/2000 la finalità della Carta dei Servizi è di presentare i principi e le metodologie del servizio, l'organizzazione, gli strumenti di verifica e di misurazione della qualità del lavoro svolto. Offre un vero e proprio strumento di controllo della qualità del servizio erogato e può essere considerata una sorta di patto tra utenti, operatori e amministratori- La struttura sociale è tenuta alla stesura della Carta die Servizi secondo le indicazioni fornite dalla Regione Sardegna nelle LINEE GUIDA PER LE STRUTTURE SOCIALI di Luglio 2018, approvate con Deliberazione n. 53/7 del 29.10.2018.